Mimmo ci ha lasciati. E ci ha lasciati esterrefatti, increduli, svuotati nell'anima, colpiti nel cuore ed al limite dell'inverosimile.
Ricordarlo imporrebbe saper trovare parole adatte, profonde e meritatamente inusuali, come invoca il cuore.
Ma per uno come me, che ha difficoltà a scrivere anche una cartolina di saluti, la cosa resta ardua.
Ma mi accorgo di un via sostitutiva, che può parlare lo stesso con profondità: le tante foto ricordo di questi lunghi cinquant'anni.
Sono centinaia, centinaia e centinaia e non dimenticano nessun periodo dell'amicizia indissolubile che ci ha legati.
Basta metterle in fila: da quelle oratoriane, con Zì Fonso, al secolo don Alfano, per lo “Lo Scoiattolo d'oro”, insieme ad Ignazio, Alberto, Giovanni, Umberto e Tony , il fratello, seguite dall'esperienza vacanziera di PEJO, con tanti giovani e meno giovani salesiani e, Rocco cuoco sopraffino, Raffaele guida alpina impagabile e Mario attore dei più pregnanti, per arrivare alle sfide calcistiche con le squadre locali, con tanti giocatori improbabili, Lui, Io, Rocco, ma con qualche atleta semi professionista , Gianpaolo, Enzo.
Poi la ricca e lunga parentesi del circolo universitario nella saletta dove Alfonsino sulle spalle del lungo Mimmo grida va “na carta a me! na carta a me! durante il giuoco di Natale del sette e mezzo, sopra le voci di Raffaele, Tonino, Modestino, Enzo , Morghen e tanti altri .
Quelle per le escursioni mangerecce da “Zi caterina “ a Capodrise tra piatti “esotici” - le rane e l'agnello al forno - con Alfredo, Adolfo, Giovanni, Enzo, Calogero, Elpidio, Maurizio e via.
Ed a seguire le escursioni al mare con le buste di plastica piene di arance di quel di Casapulla, e le feste universitarie all'Embassy, all'hotel Europa e le attività sportive con l'esperienza del Campionato di basket del CUC , con Massimo, Nando, Michele, detto Mimmo.
Poi la vita professionale ed educativa, ricca di momenti creativi e divertenti con l' esperienza Enaip della “Piccola Ribalta” con le tante recite teatrali, non solo come bravo presentatore, ma anche come credibile interprete e tante interpretazioni eduardiane da Pascuttella di “Cupido scherza e spazza”, a “Quei figuri di trenta anni fa'”, in giro per la provincia, non disdegnando luoghi mirati come il nosocomio di Aversa ed altri bisognosi di gesti di solidarietà, con la collaborazione di tanti, Patrizio, Ferdinando, Gianni, Fernando, Fausto, Umberto, Paolo, molti dei quali oggi affermati e valenti artisti. .
Le esperienze dei tanti trofei di Nardo, fra le scuole superiori di Caserta, con tanti studenti oggi stimati professionisti, ideati dall'amico Carlo.
Poi i passaggi forti della vita: i nostri matrimoni. Il suo con l'ineffabile cuoco Nunzio con le sue patate fritte farcite, le duecento uova ripiene ed il barbecue da esodo western di mandrie e la mia fresca ingessatura sfondata dall'andare avanti ed indietro.
La vacanze sotto la tenda a Palinuro, i successivi battesimi, le comunioni e le tante e continue convivialità in Campagna , Sala, Casa Centurano e Baia Latina con l'alter ego che era zia Adelina.
Ritrovo foto di tanti altri momenti della sua carriera di valente giornalista e telecronista. Ma questi sono stati tutti impressionati dai suoi colleghi, dai giornali e dalla TV, specie quelli del periodo fulgido della Juve Caserta fine '90, da Alberto, Mimmo, Piero, Franco, Romano, Lucio e tant'altri.
Tutte raccontano di una persona che ha sempre dato all'evento cui partecipava, una presenza imprescindibile per ogni sua riuscita.
Alla fine mi accorgo che se non ho parole adatte, ciò che mi rimane è molto di più: un album dell'allegria, dell'amore, del refrigerio dell'animo e questo album l' abbiamo noi rimasti quaggiù' come Lui lassù,
Ciao Mimmo!.
Pasquale Sarnelli