“Italia dei Valori dice no ai termovalorizzatori in provincia di Caserta e promette le barricate per impedire che la nostra terra venga ancora martoriata dalla Munnezza”.
E’ quanto dichiara, in una nota, Eduardo Giordano, capogruppo Idv al Consiglio regionale della Campania che spiega:
“Per questo motivo, abbiamo presentato emendamenti al “Piano regionale per la gestione dei Rifiuti urbani della regione Campania”, in discussione in Aula il prossimo lunedì 16 gennaio, che prevedono una serie di soluzioni concrete per evitare che Terra di Lavoro venga ulteriormente gravata dallo smaltimento dei rifiuti, soprattutto in considerazione del fatto che questo territorio è già stato fortemente martoriato dallo sversamento illegale di spazzatura proveniente da tutta l’Italia. Noi il nostro contributo lo abbiamo già pesantemente offerto, e non solo alla Campania”.
“Le nostre proposte di modifica – continua il consigliere dipietrista – si basano, innanzitutto, su un dato, evidenziato anche dall’ISPRA, che la popolazione in Campania è in diminuzione, con la conseguenza che lo sviluppo economico si va disaccoppiando dalla massa dei beni materiali e dei rifiuti. Pertanto, anche grazie alla raccolta differenziata porta a porta, che secondo noi deve essere allineata alla normative UE e a quella nazionale e, dunque, va portata al 65% e non al 50% come previsto dal Piano, si può calcolare una riduzione realistica del 10% della produzione dei rifiuti, di gran lunga superiore insomma a quel 3% in tre anni individuato dal Piano regionale dei Rifiuti”.
Insiste Giordano: “Facendo questa stima, si può obiettivamente calcolare un’ impiantistica adeguata ad una produzione di rifiuti giornaliera di 6.715 tonnellate, a fronte delle 7.461 calcolate attualmente nel Piano. In particolare, poi, riteniamo che l’ipotesi prevista dallo stesso, di ricorrere a sistemi di conferimento differenziato - sull’assunto di un risparmio economico - sia poco realistica. E', dunque, preferibile il ricorso alla raccolta differenziata di prossimità o porta a porta. Con questi dati alla mano, pertanto, risulta evidente che il termovalorizzatore di Acerra, se entra perfettamente a regime, possa da solo smaltire le tonnellate di rifiuti raccolte, senza ricorrere al potenziamento dell’impiantistica”.
“Il Piano regionale licenziato dalla Giunta, infatti, prevede la costruzione di due nuovi impianti: un gassificatore nei pressi di Capua e un termovalorizzatore per lo smaltimento delle ecoballe a ridosso della Provincia di Caserta. Due decisioni che, secondo il nostro calcolo, non risultano necessarie. In maniera realistica, riteniamo, infatti, che si tratti di interventi che produrranno effetti non prima di dieci anni, considerando i tempi per le gare di appalto, quelli per la costruzione e, infine, per i collaudi. Verosimilmente si tratta, insomma, di una soluzione dispendiosa che, soprattutto, non offre quella tempestività che anche Bruxelles attualmente ci richiede”. “Addirittura – conclude la nota – calcoliamo che fra una decina di anni, con una differenziata spinta e di qualità e puntando sugli impianti di compostaggio, la produzione di rifiuti da mandare agli ipotetici nuovi termovalorizzatori potrebbe essere molto lontana da quelle stime d’emergenza che caratterizzano lo stato attuale”.
Addetto stampa IDV Barbara Romano