Teatri Uniti e Piccolo Teatro di Milano
Presentano
LE VOCI DI DENTRO
di EDUARDO DE FILIPPO
regia TONI SERVILLO
con TONI SERVILLO
Beppe Servillo, Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello
Romolo, Gigio Morra, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli , Antonello
Cossia , Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco
Pagl
Dopo la lunga tournée internazionale della Trilogia della
villeggiatura di Goldoni, Toni Servilo torna alla lavoro sulla drammaturgia
napoletana e in particolare all’amato Eduardo, a dieci anni di distanza dal successo
di Sabato domenica e lunedì.
“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo
rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il
prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una
dimensione autenticamente popolare. E’ inoltre l’autore italiano che con
maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce
l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue
opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità
che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo
insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo
sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e
sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli
interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico,
replica dopo replica.”
“Le voci di dentro – continua Toni Servillo - è la commedia
dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione,
rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi
personaggi, e quindi dello stesso pubblico. L’assassinio di un amico, sognato
dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla
famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e
delazioni. Si arriva ad una vera e propria “atomizzazione della coscienza
sporca”, di cui Alberto Saporito si sente testimone al tempo stesso
tragicamente complice, nell’impossibilitò di far nulla per redimersi. Eduardo
scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo
con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non
solo italiana, per i decenni a venire. E ancora oggi sembra che Alberto
Saporito, personaggio-uomo, scenda dal
palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore dicendogli che la vicenda che si
sta narrando lo riguarda, perché siamo tutti vittime, travolte
dall’indifferenza, di un altro dopoguerra morale.”
Ufficio stampa per Teatro Pubblico Campano
Raimondo Adamo